Velisti di Brindisi: trent’anni di Brindisi-Corfù in un libro di Georgevich.

Velisti di Brindisi: trent’anni di Brindisi-Corfù in un libro di Georgevich.

Livio Georgevich

Sta per arrivare in edicola e libreria, e non a caso quest’anno, il libro di Livio Georgevich sulla Brindisi-Corfù, lavoro che il “padre” della regata, che ha portato Brindisi da anni ormai nel circuito della vela che conta, è riuscito a concludere in tempo per l’edizione del trentennale.

BRINDISI – Sta per arrivare in edicola e libreria, e non a caso quest’anno, il libro di Livio Georgevich sulla Brindisi-Corfù, lavoro che il “padre” della regata, che ha portato Brindisi da anni ormai nel circuito della vela che conta, è riuscito a concludere in tempo per l’edizione del trentennale. Va detto subito che il libro, che sarà presentato venerdì 22 maggio alle 18 all’Hotel Orientale, non è destinato solo agli addetti ai lavori, altrimenti Georgevich probabilmente non si sarebbe dedicato al compito di renderlo nel contempo minuzioso e tecnico, ma anche rievocativo e divulgativo.

Nelle pagine di “Una regata da gustare – Trent’anni di Brindisi-Corfù” (Hobos Edizioni), c’è una parte della città che parla al resto di Brindisi, quella che vive ancora “con le spalle al mare”, e spiega il senso del ponte costruito in tanti anni con la Grecia, fatto di personaggi, nomi di barche, fatti, scoperte, vittorie e sconfitte, piccole e grandi sfide. Un ponte su cui si sarebbero potute costruire maggiori relazioni culturali, ad esempio, certamente meno esposte alle crisi di quelle economiche. Un ponte che è rimasto ormai, per ironia della sorte, anche l’unico collegamento diretto tra Brindisi e Corfù sessant’anni dopo le mitiche “Appia” ed “Egnazia”. (Foto: nello scatto di Fabio Taccola, una partenza della Brindisi-Corfù)

I brindisi dovrebbero essere tutti capaci di navigare, e di navigare a vela come i triestini o gli svedesi di Göteborg. La “città dei venti” non prova verso il mare quell’attrazione  che dovrebbe avvertire. L’Adriatico non riesce a rapire Brindisi, ma se ci riuscisse, il risultato non sarebbe solo metafisico: forse qualcuno immaginerebbe il porto in maniera molto diversa, e con esso tutto ciò che intorno rischia di morire lentamente, il centro storico, le attività commerciali, i luoghi della cultura. Tutto può rinascere se una nuova urbanistica e una nuova concezione di città, di città d’acqua, si applicassero ad accogliere nel Seno di Ponente e in quello di Levante la nautica da diporto.

Livio Georgevich, che è un uomo di mare e brindisino d’adozione, ma forse meglio dire un uomo del Mediterraneo con contaminazioni mitteleuropee, di stimoli nel suo libro ne ha caricati parecchi, raccontando di barche e di uomini della Brindisi-Corfù, aggiungendo i piani di battaglia tracciati sulle carte nautiche, le foto, le rotte che progressivamente si trasformano da segni di matita in tracce digitali del tracking. Apparentemente sembrano eventi e discorsi confinati ad un circuito limitato di attori, quasi esclusivo. In realtà è tutto aperto e squadernato per chi ha la curiosità di sapere cosa è una regata e cosa accade in barca. Una regata, poi, come la Brindisi-Corfù, dove le cose vanno esattamente come devono andare: la parte dell’agonismo puro, la parte del piacere della navigazione tra amici senza pretese di classifica, ma comunque sempre un’avventura di circa 110 miglia in acque non certo facili. (Foto: Livio Georgevich a Corfù)

E’ davvero una lunga opera quella di far conquistare Brindisi dalla vela. Persino un campionato del mondo di altura nel 2009, un campionato del Mediterraneo, due campionati nazionali femminili di match race ed uno under 19, una selettiva del mondiale di match race. Cosa ci manca, se tutti coloro che sono venuti sin quei per regatare spalancano la bocca e ci invidiano il porto e la bellezza di questa piccola città circondata dal mare? Altrove, con un materiale simile, avrebbero fatto sfracelli. Non resta, al momento, che il lavoro paziente delle scuole vela, i ragazzi che si allenano anche in pieno inverno, la Brindisi-Corfù. E il libro di Livio Georgevich, da leggere anche al letto se proprio con scotte e timone non si vuole avere a che fare (ma non sapete cosa vi perdete). (Foto: Georgevich con Alesssandra Sensini)

Venerdì 22 maggio parleranno del libro, in una sala dell’Hotel Orientale, oltre all’autore anche Luigi De Bernardi, che è uno dei pochi brindisini ad aver fatto con la sua “Momix” l’Atlantico a vela in regata, e che oggi si dedica ai ragazzi più giovani della Classe Laser nel team del Circolo della Vela Brindisi; Amilcare Limongelli, veterano della Brindisi-Corfù e imprenditore che fa “lavori di mare”; Teo Titi, che da poco più di un anno è presidente del Circolo della Vela Brindisi succedendo a Georgevich, agente marittimo, e giovanissimo velista assieme a De Bernardi nelle prime edizioni della regata. Il Comune di Brindisi, che ha patrocinato l’evento, sarà rappresentato dal sindaco Mimmo Consales, Giancarlo Cafiero leggerà alcuni brani del libro, mentre Mino Taveri, che volentieri smette di parlare di calcio per parlare invece di vela, mollerà Mediaset per un giorno e presenterà la serata.

 

FONTE: BRINDISI REPORT
https://www.brindisireport.it/sport/velisti-di-brindisi-trent-anni-di-brindisi-corfu-in-un-libro-di-georgevich.html

 

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